PORN BAN IN INDIA
Qualche settimana fa il governo indiano ha tentato di bloccare più di ottocento siti porno in India ritenendo che fossero la causa delle violenze sessuali dilagate nell’ultimo periodo. Il tentativo però è fallito perché dopo vari dibattiti i siti sono stati sbloccati tre giorni dopo.
Mi vien da riflettere e penso “le violenze sessuali, gli abusi, le molestie” sono sempre esisitite in India per via di una cultura patriarcale e maschilista, il fatto che se ne parli ora mette l’India sotto un’ottica sporca davanti al mondo, il che turba abbastanza il governo indiano.
È strano come un paese dal quale proviene il kamasutra (l’opera più importante nella letteratura sanscrita sull’amore) ed ha templi pieni di divinità svestite intente a far l’amore in varie posizioni possa vietare di vedere il porno. A questo punto il governo dovrebbe proibire agli indiani di entrare in questi templi ritenuti immorali e che possono istigare alla violenza carnale.
Più che proibire di veder siti porno il governo dovrebbe istituire programmi sull’educazione sessuale sia per uomini che per donne. Permettere alla società di capire che cosa sia il sesso (ancora un tabù nella maggior parte dell’India)
L’India si colloca al quarto posto al mondo quindi tra i maggiori consumatori del porno mondiale. Non hanno idea di cosa sia il sesso e l’unico mezzo per scoprirlo è il web. La cultura indiana è immersa nel perbenismo religioso, culturale e familiare senza tralasciare l’ignoranza che regna a causa della povertà e mancanza d’istruzione, ed anche quando l’istruzione c’è non sempre gli insegnanti sono disposti a spiegare il fenomeno naturale che riguarda il corpo dell’uomo e della donna.
Cercare di reprimere o nascondere il problema non lo farà di certo scomparire. Il problema non è la pornografia né i film di Bollywood che ormai si sono indirizzati verso uno stile occidentale di proiezione, il problema è il non sapere di cosa si tratti e come vada gestito.