BRACCIALI COLOR MARMO BIANCO

  Jaipur, India.
Pieno marzo, temperatura circa 30 gradi. Andai nel centro di Jaipur al mattino verso le 10.00, un gran trambusto di tuc tuc e gente che crea gran confusione. Io e altre due amiche, una dall’Australia e l’altra dalla Svizzera prendemmo il bus anziché il taxi, perché conviene per il prezzo. Io vivo in Italia e l’euro paragonato alla rupia indiana vale circa 70 rupie, per le mie amiche è più o meno la stessa cosa. Sul bus il biglietto costa 10 rupie mentre il tuc tuc ci sarebbe costato circa 80 rupie in 3. Optammo quindi per il mezzo più usato dalla gente di Jaipur.

Arrivati in centro andammo subito nel bazaar per fare shopping; ci fermammo al secondo negozio lucccicoso e colorato per via di gioielli e borse sgargianti tipiche della città. Il mio sguardo viene attratto da dei bracciali color marmo bianco ornati da dell’argento. Il negozio è provvisto di ragazzi giovani che hanno tempo ed energia per invitare clienti ad acquistare i loro prodotti e prenderli allegramente per i fondelli aumentando il prezzo a proprio piacere. Contrattare con loro è possibile ma non essendo abituata a tutto questo contrattamento e in più il caldo che esaurisce le energie opto per il prezzo che mi viene proposto: 350 rupie. Più tardi tornando a camminare lungo la stessa via noto altri negozi che hanno gli stessi bracciali di marmo bianco che ho comprato ma con la differenza che il prezzo è molto più basso: 150 rupie che contrattando potevo far scendere a 100. La cosa mi urta e ciò è successo perché ero in compagnia di due donne dalla pelle bianca, quindi ovviamente potevo essere scambiata per un’indiana molto benestante. Se sei bianco oppure un’indiano in compagnia di bianchi e sei giro per i bazaar indiani, stai certo che non ti verrà mai proposto il prezzo che viene proposto alla gente locale. 

Tornammo al nostro ostello economico, dove pagavamo circa 6 € a notte. Guardai i braccialetti di marmo bianco e decisi di tornare allo stesso negozio prendendo il bus.

Ero furiosa e tutta la mia rabbia stava per essere sputata su chi mi aveva venduto i bracciali.

Arrivata al negozio raccontai con un tono alto di voce in hindi che ero stata presa in giro, il negoziante mi disse che non era possibile ridarmi i soldi, al ché mi misi ad urlare in punjabi (fa il suo effetto perché è una lingua molto più cazzuta rispetto al hindi che è più delicato di pronuncia). Dissi che gli avrei sfasciato il negozio e che gli conveniva non prendermi per i fondelli. Cominciò a formarsi una piccola folla intorno a me ed al negoziante, il quale pensando che era meglio ridarmi i soldi piuttosto che rovinarsi la reputazione decise di tirare fuori dalla tasca 300 rupie. La folla si dissolvò e io andai in giro a fare altro shopping.

Morale della favola: Impara il punjabi, può essere utile.

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