Scendendo dal volo da Jaipur a Delhi ho incontrato una donna bellissima, non perché avesse due occhi verdi come il mare ma per quel che diceva. Ho fatto 5 minuti di pezzo di strada con lei e abbiamo parlato del mondo: era la fondatrice di una delle organizzazioni in India che combattono per i diritti delle le donne. Era atterrata a Delhi per andare ad un seminario di due giorni che riuniva tutte le organizzazioni di questo tipo per parlare, discutere e trovare soluzioni per migliorare la condizione femminile in India.
“Lei si ferma a Delhi?” Mi domanda.
“No, io aspetto il volo per Chandigarh”
Andiamo verso il ritiro bagagli, dopo aver preso la sua minuscola valigia, ci dirigiamo verso l’uscita ed intanto parliamo dell’attuale prime minister indiano Narendra Modi. “Non mi piace” mi ha detto. Le ho chiesto il perché e mi ha risposto è un’uomo che non permette la libertà al popolo, non gradisce i “love marriages” e vorrebbe che tutti gli indiani che vivono all’estero tornassero in India per aiutare il paese a progredire. In India ci sono due tipi di matrimoni: quelli combinati e quelli non amati da Modi. I “love marriages” sono il frutto di una libertà di scelta da parte degli uomini e donne in India che va contro la tradizione.
Mi ha parlato della moglie di Modi, una donna abbandonata dal marito. La first lady dell’India lavora come insegnante e vive in condizioni umili in un villaggio vicino al Gujarat. L’organizzatrice mi ha detto di sapere della donna e di aver contribuito ad un’associazione che porta il suo nome.
Prima di congedarsi l’organizzatrice si presenta con il nome e cognome, mi dà precise indicazioni per come trovarla a Jaipur e se ne va con un bel sorriso dicendomi: “Sarò felice di rivederla”